
Per amarvi, o fiori! Che Dio solo sa quanto non vi si ami abbastanza.
Purissimo tesoro dalla bellezza totale e sorriso di tutte le stagioni, date sapore alla vita. È un amore tenero e gentile il vostro, costa poco. È per tutti. È del povero, dell’esiliato, dell’infermo, del poeta. “Ogni anima, anche la più umile, anche la più oscura, ha nei suoi inesplorati abissi un fiore che spunta, una gemma che s’irradia, una luce che rifulge”.
Profumate al sole di Febbraio, siete bellissime e meravigliose cose umane e in primavera carnosi da sembrare frutti. Ben venga quel maggio odoroso che allontana tristezze e disinganni. Esplode come un antico profumo che coglie d’improvviso e fa vibrare, pizzicando le corde di un linguaggio antico e sconosciuto. Siete passione voluttuosa in estate. Portentosi, fuori legge. Tuberose, gelsomini, gigli, gardenie, garofani, papaveri dei campi. Fieri e noncuranti di qualsivoglia freddezza, siete ovunque, tra i cuori, per le vie, nelle case. Offesi dal fil di ferro e mortificati in fasci senza poesia. Esibiti dall’aristocrazia, piante aromatiche dei contadinelli, mazzolini tra esili mani di fanciulle, aromi ristoratori di nervi affaticati, erbe odorose. Siete fiori all’occhiello, preziosi amuleti, ricordi avvolti nella bambagia. A marcare stretti solitudine e malanni. Che nessuno resti senza fiori.
Picciol libro dall’anima grande e dal cuore delicatamente variopinto, dato alle stampe da Matilde Serao nel 1903 e ripubblicato integralmente da Edizioni Spartaco grazie alla nipote dell’autrice Adriana Taglioni Gherardini e all’opera amorevole e minuziosa della scrittrice e giornalista Donatella Trotta, che ne restituisce una prefazione attenta e ricca di finezze indimenticabili. Tocchi d’artista in piccoli volumetti pregiati che si prestano a una lettura libera da vincoli di continuità, a comporre una parure testuale e intertestuale preziosa e inesauribile, ispirata qua e là da illustri suggestioni botaniche, nonchè costellata da un’ironica osservazione su usi e costumi e dall’intreccio perpetuo e significante di natura e cultura, arte e vita, immaginazione e realtà. Una memoria necessaria, che sprigiona emozioni riposte e parla alla sfera intima e personale di ciascuno, disvelando completamente il respiro sociale del tratto seraiano, intriso di passione, crepuscolare tenerezza e innato senso verista. Che strizza all’occhio a Baudelaire e a Cleopatra e si abbandona all’esotismo e alla dimensione onirica. I fiori e l’arte. La vita e la morte.
L’anima dei fiori è un bouquet dal fascino materico e dall’afflato spirituale, ode speciale in cui il soliloquio d’anime si fa grazioso dialogo partecipante dal nerbo sinestetico, disegnando un viaggio sentimentale di rimembranze liriche e floreali.
Luogo d’anima, spazio sociale di iniziazione e incontro. Profonda necessità interiore. Consolazione, riscatto, liberazione. La scrittura e i fiori. Organismi vivi, da sempre in evoluzione. Serao è creatura errante e narrante e compone una ghirlanda intrecciata di tinte e odori inebrianti, parole ed emozioni, dediche incrociate. A profumare la storia di un’anima. I fiori (ci) raccontano. Da sempre e per sempre.
Erika Di Giulio
Titolo: L’anima dei fiori
Autore: Matilde Serao, a cura di Donatella Trotta
Casa Editrice: EdizioniSpartaco, 2020
Pagine: 130