L’inaspettato nazi-zombie movie prodotto da J. J. Abrams (“Lost”, “Cloverfield”, “Super 8”, “Westworld”) entra a gamba tesa tra le produzioni più interessanti e coraggiose viste negli ultimi anni. Nonostante il flop al botteghino infatti, un film come Overlord, con lo stile tipico di un B-movie ma con un budget degno di una grande produzione hollywoodiana, rappresenta una boccata d’ossigeno per il cinema contemporaneo, ormai fossilizzato su produzioni sempre più banali e pretenziose, dimostrando come con una buona dose di coraggio e di bravura sia ancora possibile dare a vita a opere innovative e di grande intrattenimento. Protagonisti sono un gruppo di paracadutisti americani che atterrano nei pressi di un villaggio francese con il compito di distruggere il sistema di comunicazione tedesco, così da permettere di li a breve lo sbarco delle truppe alleate in Normandia. Scopriranno a loro spese però che i nazisti stanno conducendo esperimenti sugli abitanti locali per dare vita a dei super-soldati da impiegare nel conflitto. Ottime le performance di Jovan Adepo (già visto in “Barriere” e “Madre!”), Wyatt Russell e di Pilou Asbaek (“Gost in the shell”, “Il trono di spade”), perfetto nei panni del nazista prima e dello zombie poi. Ottimo anche il lavoro di Julius Avery, abile nel destreggiarsi con sapienza tra le tante sfumature del film con una regia avvincente e mai confusionaria che regala momenti di grande intensità e accelerazioni improvvise. Non si può non sottolineare inoltre la qualità degli effetti speciali, del trucco e soprattutto del sonoro che, grazie anche ad un budget di ben 38 milioni di dollari, rendono l’opera molto più coinvolgente e spettacolare di quanto non ci si possa aspettare. Tuttavia ciò che maggiormente convince di Overlord è il perfetto bilanciamento che sia Avery che gli sceneggiatori Billy Ray (“Hunger Games”, “Captain Phillips- Attacco in mare aperto”) e Mark L. Smith (“Revenant”) sono riusciti a trovare tra scene di guerra alla “Salvate il soldato Ryan”, mutilazioni ed esperimenti stile “La casa dei mille corpi” ed una sceneggiatura che a tratti sembra ricordare “Bastardi senza gloria”, senza tuttavia perdere il proprio carattere identitario, solido e ben definito, che lo rende un piccolo capolavoro destinato a diventare nel giro di qualche anno un vero e proprio cult nel suo genere.
Patrick Maurizio Ferrara.
Voto: 7,5/10.