Piero alla guida se la cava male, che come ti portano in giro le gambe, non ce n’è per nessuno. Gliel’ha insegnato sua madre, a piedi è tutta un’altra cosa. Quante volte se ne sono andati su e giù insieme per Isonta, anche quella mattina, l’ultima, con il sole che non era ancora alto. Mamma poi è morta di crepacuore, e sei cresciuto sull’attenti, all’ombra di un padre severo e autoritario, di quelli che basta un’occhiata, di quelli che non sei mai abbastanza. La grancassa dell’anima ti ha suonato dentro e forte tutti i giorni, mentre nei disegni ricordavi e amavi di nuovo ciò che avevi perso per sempre.
In principio Cutolo infila l’epilogo. Un palazzo abbondonato e poi il mare aperto. Mare dentro, trattenuto troppo a lungo. E un’isola del Sud, Isonta, approdo dei migranti, fortezza cementificata contro l’invasione dello straniero. L’ha voluto papà, insieme agli amici che contano. Ma Piero ha occhi grossi, e vede. E incontra per caso uno sguardo che cambierà definitivamente la sua vita.
Insieme alla pluripremiata Rita Marcotulli, che cura la colonna sonora e a Sergio Rubini cui affida la voce, Cutolo compone e raffina un racconto intimo e delicato, una mano passata sul cuore e sulla coscienza. Rivoluzione privata che apre al gesto civile, alla solidarietà, alla condivisione empatica, dopo il lungo silenzio e l’isolamento che hanno offeso la fiducia in se stessi e nel prossimo.
Un’avventura sonora e narrativa, in cui una quiete irreale sembra assorbire tutti i rumori intorno, affidando al lettore il grido di Piero, a scavare, ancora più forte, assieme alla vergogna, all’umiliazione, alla dignità violata da restituire a ogni costo. Un romanzo dalla cura descrittiva, paesaggio visivo e d’anima che si espande progressivamente, in faccia al mare, cattivo e generoso e a tutte quelle meraviglie sepolte. Ti ci metteva mamma da piccoletto, a ridestare la coscienza, a sfidare la paura.
Cutolo invita onestamente il lettore all’ascolto, a prestare attenzione, ragionando sul valore inestimabile di una promessa, consegnando una medesima responsabilità, passandogli lo stesso dolore, a pelle, occhi negli occhi. Sono gli stessi a raccontare, e tutto ci passa attraverso. Mai abbassare lo sguardo, mai girarsi dall’altra parte. Le onde e il movimento dell’acqua consegnano miracolosamente possibilità, rinnovando consapevolezza e mutamento in barba alle ostilità, al rifiuto, alle ingiustizie.
Granelli di sabbia, salsedine e storie lontane di povertà, guerra e morte. Lo straniero che viene dal mare compie la grazia salvifica della rinascita individuale e collettiva e le distanze finalmente (ri)avvicinano. La risacca del dolore, mamma Viola che è tutti i fiori del mondo e Isonta, terra immaginaria, figlia piccola di tutte le isole difficili e coraggiose. Approdo e transito, sull’altalena delle speranze e delle avversità.
Un’opera preziosa, necessaria e attuale, frutto di un’urgenza. Vasta, profonda e indimenticabile come il mare e il vento da cui proviene, dura che ti resta addosso e non se va più. È il rumore della coscienza, urla forte quella. Di un frastuono che è impossibile ignorare.
Erika Di Giulio
Occhi chiusi spalle al mare
Autore: Donato Cutolo
Colonna sonora: Rita Marcotulli
Voce: Sergio Rubini
Edizioni: Edizioni Spartaco, 2017
pp. 143